Lo Studio Legale Durano ottiene dal TAR di Lecce l’annullamento di un provvedimento di diniego di autorizzazione ex art. 21 del Dlgs. n. 42/2004 opposto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio alla richiesta di occupazione di suolo pubblico di un’area antistante un esercizio commerciale.
La pronuncia ottenuta è molto significativa perché il TAR, nell’accogliere i motivi di ricorso proposti dallo studio legale, riconosce il ruolo fondamentale della motivazione quale nucleo irriducibile del provvedimento amministrativo anche quando questo è, come nel caso sottoposto a giudizio, espressione dell’esercizio, da parte della P.A., di un potere ampiamente discrezionale.
Secondo il Giudice amministrativo, infatti, come evidenziato dalla parte ricorrente, nella motivazione del diniego di un’autorizzazione di beni sottoposti “a vincolo”, l’Amministrazione non può limitarsi ad esprimere valutazioni apodittiche e stereotipate, che risultino disancorate dalla fattispecie concreta ed in assenza di alcun riferimento al reale stato dei luoghi, dovendo -invece- specificare le ragioni concrete del diniego e della effettiva possibile compromissione della percezione, fruibilità e godimento dei beni tutelati, a maggior ragione quando l’opera/progetto oggetto di valutazione sia stato ritenuto compatibile, rispetto allo stesso vincolo, da altre autorità preposte alla sua sorveglianza e tutela.